Prende avvio il restauro dell’Altare della Patria, ovvero della zona centrale del Vittoriano, concepita dall’architetto Giuseppe Sacconi proprio come un grande altare laico alla Nazione e ai suoi valori, e decorata dallo scultore bresciano Angelo Zanelli.
L’Altare si presenta oggi in condizioni di scarsa leggibilità e talvolta addirittura critiche. Il restauro, diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, ha tra gli obiettivi principali garantire la conservazione materiale dell’opera e restituire una piena fruizione alle sculture di Zanelli.
L’articolazione dei lavori in tre fasi garantisce il servizio della Guardia d’Onore alla Tomba del Milite Ignoto e lo svolgimento delle cerimonie del 25 aprile e del 2 giugno.
Il cantiere sarà un “cantiere aperto”, in grado fra l’altro di attestare l’eccellenza italiana nel settore del restauro artistico. Cittadini e turisti avranno la possibilità di osservare gli operatori dal vivo e di salire sui ponteggi in occasione di visite guidate. Un diario online documenterà settimanalmente il procedere dei lavori.
Cos’è l’Altare della Patria
L’Altare della Patria è la zona centrale - di forma curvilinea - del Vittoriano. L’architetto Giuseppe Sacconi, chiamato a rivedere il progetto iniziale, pensò di trasformare questa parte del monumento a Vittorio Emanuele II in un grande altare laico dedicato alla Nazione e ai suoi valori. La sua decorazione – lunga 70 metri e alta 5 – si deve allo scultore lombardo Angelo Zanelli (1879-1942). Zanelli, vincitore del concorso bandito nel 1908, concluse il lavoro nel 1925.
Il fregio scultoreo vede al centro la statua de La Dea Roma in un’edicola con il fondo di mosaico dorato. Ai lati i due bassorilievi, concepiti come maestosi cortei: sul lato occidentale L’Amor patrio che pugna e vince, sul lato orientale Il Lavoro che edifica e feconda. Zanelli, originario della provincia di Brescia, si era formato nell’alveo del classicismo, per poi mutare il proprio linguaggio in chiave Liberty e simbolista. Questa cifra stilistica gli consentì di coniugare la profonda memoria dell’antico con le più avanzate tendenze internazionali: La Dea Roma mostra una spiccata sensibilità verso l’austriaco Gustav Klimt e la Secessione viennese.
Il perché del restauro
L’Altare della Patria e la sua decorazione, a ventitré anni dall’ultimo intervento, si presentano oggi in condizioni di scarsa leggibilità e talvolta addirittura critiche. Le condizioni climatiche del Vittoriano, caratterizzate da umidità e temperature elevate per via dell'esposizione al sole, hanno favorito il formarsi sulla superficie lapidea di una patina scura, dovuta all'accumulo di micro-alghe, funghi e licheni. Questi microrganismi, oltre a ottundere la corretta percezione dell’opera, causano un degrado meccanico e chimico sulla superficie. I funghi, ad esempio, penetrano nelle fessure, sollecitando meccanicamente la struttura e aumentando la decoesione del materiale. Le alghe, invece, producono un'azione meccanica corrosiva che contribuisce alla crescita di ulteriori dei licheni.
Il progetto del restauro
Diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, il restauro ha come primo obiettivo garantire la conservazione materiale dell’Altare della Patria, arrestando i fenomeni di degrado in atto e prevenendo i danni futuri attraverso un opportuno trattamento delle superfici. Il secondo obiettivo consiste nel restituire la piena leggibilità all’opera di Zanelli, fin nei suoi dettagli, consentendone una piena comprensione critica. Il terzo e ultimo obiettivo è guadagnare una serie di conoscenze specifiche per ricostruire nel dettaglio tecniche, metodi e fasi costruttive dell’opera.
I lavori muoveranno dalla disinfestazione della superficie da colonie di microorganismi con oli essenziali estratti da origano e timo. La rimozione dei depositi incoerenti, che non alterano la composizione chimica del materiale lapideo, sarà effettuata con aspiratori integrati, spazzole morbide e pennelli. Per le polveri sottili e quelle carboniose, si faranno lavaggi a bassa pressione con acqua deionizzata. Le superfici degradate della pietra saranno consolidate con l'applicazione di nano-silicati, al fine di ristabilire la compattezza del materiale lapideo, e riaderite le parti distaccate. Verrà effettuata un'attenta revisione delle stuccature, rimuovendo quelle non più aderenti e colmando le lacune e le discontinuità presenti sulla superficie, così da uniformare la superficie e renderla più resistente agli agenti di degrado (inquinanti atmosferici, chimici e biologici, nonché infiltrazioni di acqua). Al termine del ciclo di interventi previsti, verranno applicati dei polisilossani per proteggere le superfici eccessivamente porose esposte agli agenti atmosferici, all'umidità da condensa o ai microrganismi animali e vegetali. Questo trattamento modificherà la tensione superficiale del sottofondo in modo tale che la pioggia non penetri nella superficie verticale, ma scorra su di essa.