DAVID LLOYD GEORGE È IL NUOVO PREMIER BRITANNICO
“Vi preghiamo di accettare questa legge. Le sue motivazioni non sono nate attorno a un tavolo, vengono dal fronte. Non devono più esserci gli oziosi. Ogni cittadino, lo voglia o meno, deve venir mobilitato per la salvaguardia di tutto un popolo. Ogni mano al lavoro per la produzione di munizioni protegge una giovane vita nelle trincee; ogni mano inattiva aiuta il nemico. Questo avvertimento deve penetrare nei cuori e nelle coscienze”. Molti gli osservatori dell’Intesa sottoscriverebbero ogni singola parola, ma c’è un problema: a pronunciarle è Bethmann-Hollweg, Cancelliere tedesco; la legge in questione è la coscrizione civile. Ora, appellarsi al patriottismo e chiedere uguali provvedimenti è facile, ma non banale. Non lo è perché qualche domanda sulla propaganda bisogna porsela, come fa La Stampa: “Gli Italiani non hanno coscienza della gravità storica. Il pubblico è cullato dalla dolce ninna nanna di giornalismo e censura. La maggior parte dei quotidiani tendono a nascondere il più possibile la verità. Si è detto e ripetuto mille volte che la vittoria finale è matematica. Ma allora perché fare sacrifici? Perché indossare l’abito dell’austerità?” Una domanda tira l’altra. Quali sono gli impegni realmente presi e quali le garanzie? Cosa si è fatto per il prevenire il problema del carbone? E cosa per quello granario? A guardar bene la situazione troppo poco. Le accuse al Governo sono esplicite, non a quello in carica, sarebbe inammissibile, ma su quello Salandra si può sparare, nonostante non sia così distante dall’attuale. E poi c’è la censura e una cieca ideologia. “Chiunque parli contro diventa quantomeno un disturbatore della quiete pubblica”. O peggio un traditore. “E così i Governi cadono di errore in errore”. E il pubblico, ingannato, resta sconcertato dagli avvenimenti. “Con le illusioni si creano castelli in aria, non si fa la Storia”. Alla Camera dei deputati lo stesso filo è ripreso dal socialista Lucci: “Le favole raccontate dai Governi hanno passato il segno”. E anche qui giù dubbi sulle condizioni del Paese, sull’equità del Patto di Londra, dubbi sulle probabilità di giungere a una vittoria certa. E poi la frase scandalo, per la verità neanche troppo: “Le mazze ferrate usate dagli austriaci per finire i nostri uomini, ridotti all’impotenza dai gas asfissianti, sono esposte nelle vetrine d’Italia; ma state tranquilli, anche i coltelli a serramanico dei nostri soldati sono esposti nei negozi di Vienna”. Questo parallelismo tra le due condotte di guerra scatena il panico, pura eresia. I giornalisti lasciano le tribune per protesta, la seduta viene sospesa. Una cagnara. A fine giornata il Governo Boselli incassa comunque una comodissima fiducia, 346 favorevoli, 45 contrari. Fiducia presto accordata anche a Lloyd George. Il neonato Gabinetto britannico vede la luce il 9 dicembre, la novità è il Consiglio di guerra ristretto a soli cinque Ministri e con pieni poteri: oltre al Premier ci sono il Cancelliere dello scacchiere Bonar Law, Lord Curzon, Milner ed Henderson. Curiosi gli inglesi, sono esclusi da questa ristretta cerchia il Ministro degli esteri Balfour, quello della Guerra Lord Derby e quello della Marina Carson. Tra i vari fronti spicca sempre quello rumeno. Gli austro-bulgaro-tedeschi riconquistano Cernavodă in Dobrugia e varcano il Danubio in più punti, da Silistria a Tutrakan, aggiungendo pressione ai russo-rumeni. Berlino annuncia di aver catturato 70.000 prigionieri solo negli ultimi nove giorni.
Davide Sartori
Davide Sartori