ACCADDE OGGI: 7 gennaio 1917
Accordo completo, maggior coordinazione, incrollabile fiducia nella vittoria finale. Sono queste le uniche indiscrezioni uscite il 7 gennaio dal convegno interalleato di Roma, un po’ perché la riservatezza è d’obbligo, un po’ perché qualsiasi ulteriore indagine sarebbe stata frustrata dalla censura. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. L’Intesa non è così concorde come vuol far credere. Per esempio non sa cosa farne del regno austro-ungarico: stando al principio di nazionalità verrebbe smembrato, sollevando questioni internazionali molto complesse, soprattutto nei Balcani. E qui vien fuori l’altro dubbio Alleato, messo in rilievo in particolare da certa stampa: “La vera trovata degli Imperi centrali è stata gettarsi a testa bassa nell’impresa rumena, dedicarle le migliori energie. Non si può non confrontare questi metodi con quelli adoperati dall’Intesa a Salonicco”.
La spedizione ellenica aveva origini più politiche che militari. Era nata per convincere Atene a soccorrere la Serbia, trattenere la Bulgaria e incoraggiare i rumeni all’intervento. Al netto degli eventi e delle difficoltà incontrate, molti faticano a ricollocarla in una dimensione di utilità. Per i critici il succo è: se per avere risultati apprezzabili fosse necessario raddoppiare gli sforzi, allora sarebbe meglio ritirarsi e usare quei mezzi altrove; lo si è già fatto nei Dardanelli e non è stata una tragedia. Figuraccia a parte. Anche Berlino ha i suoi grattacapi. Saltata ogni ipotesi di negoziati di pace, i pangermanisti sono tornati alla carica: “Restiamo amareggiati quando vediamo dottrinari pronti a sacrificare parte delle nostre vittorie sull’altare dei nostri avversari”. Ogni riferimento al Cancelliere Bethmann-Hollweg non è puramente casuale. I duri e puri neanche vi dico cosa sognano, i più alla mano si accontenterebbero di trattare tutti territori occupati, Belgio compreso, alla stregua di colonie.
Davide Sartori