IL FRONTE RUMENO E' SPEZZATO
I russo-rumeni sono vivi. La resistenza si accentua nelle regioni settentrionali, in Bucovina e verso la Moldavia. Bravi, peccato quello sia un fronte abbastanza irrilevante per la difesa di Bucarest. E l’iniziativa in Dobrugia non basta. Nelle valli dell’Olt e del Jiu gli austro-tedeschi sembrano aver superato gli ostacoli naturali più preoccupati. La conquista di Târgu Jiu significa il controllo di un crocevia strategico e non solo, perché qui il fronte rumeno è ormai spezzato. L’accelerazione e la rapidità dei recenti progressi di Falkenhayn sono inquietanti. Bucarest fa la danza della pioggia e incrocia le dita, sperando nel maltempo per rallentare la marcia degli austro-tedeschi. La guerra dà, la guerra toglie. In Macedonia gli Alleati sono a pochi passi da Monastir e la città non sembra difendibile. Ma non si può dire. Almeno non a Sofia e Berlino. Il comunicato ufficiale bulgaro del 17 novembre recita: “Nella pianura di Monastir il nemico avanza con deboli forze di fanteria respinte dal nostro fuoco”. Sulla stessa falsariga quello tedesco: “I nuovi attacchi delle truppe dell’Intesa fallirono”. Gli Alleati non sono ancora tranquilli, continuano ad avere una fastidiosa sensazione, sentono la necessità di guardarsi alle spalle. La soluzione c’è: ad Atene viene ribadito l’ordine di consegnare il materiale bellico.
Davide Sartori
Davide Sartori