ACCADDE OGGI: 15 DICEMBRE 1916
VERDUN, I FRANCESI SI RIVERSANO SULLE LINEE TEDESCHE
Sempre quel suono stridulo. Lo odi quel dannato fischietto, buono solo a predire guai. Nelle campagne di Verdun si gioca l’ultima mano della partita: sul piatto vecchie posizioni e qualche frase fatta. Il 15 dicembre i francesi scattano fuori dalle trincee e si riversano sulle linee tedesche. Ci raccontano di soldati bellissimi con “occhi scintillanti”. Non è vero. Io immagino uomini e ragazzi sporchi, dallo sguardo rassegnato, stanco, spento. L’artiglieria ha battuto il campo per giorni; un colpo sotterra i corpi, un altro li dissotterra. L’attacco pianificato dal Generale Nivelle frutta circa tre chilometri: Vacherauville, Poivre Hill, Louvemont e Les Chambrettes sono riconquistate; i risultati di mesi di battaglie sono annullati, con buona pace dei morti. Nelle capitali di mezzo mondo si parla d’altro. Si parla di pace senza proposte concrete. Aria fritta. Persino in Germania qualcuno storce il naso: la minoranza socialista pacifista chiede al Governo di smetterla con le dichiarazioni a effetto e di presentare qualcosa di più solido, reale. A Pietrogrado il Ministro degli esteri taglia la testa al toro e cavalca l’emotività: “Il nemico pretende di essere vincitore e non possiamo prestar fede a un avversario fellone ed estenuato. La Germania non cerca una pace durevole, ma solo un armistizio temporaneo per raccogliere le forze e rigettarsi con maggior accanimento sugli Alleati. […] Non accetteremo negoziati fino a quando il nemico non sarà battuto”. Ma dopo la sbornia di “mai nella vita”, qualche giornale inizia a ragionare sulle conseguenze di una diplomazia frettolosa e impulsiva: “Sarebbe un errore grave farci trascinare dalla passione e rispondere con un rifiuto assoluto. Faremmo il gioco della Germania, inciampando in un insidioso tranello e dando un’impressione di debolezza, quasi ci mancasse la forza di affrontare un’aperta discussione con il nemico”. In pratica l’identikit della Grecia. “Nonostante la gravità delle esigenze formulate dall’Intesa nel suo ultimatum, il Re e il Governo greco hanno deciso di accettare tutte le richieste, dimostrando la sincerità dei loro sentimenti d’amicizia”. E’ deciso, l’esercito ateniese si ritirerà dalla Tessaglia. “Il Governo esprime la speranza che le Potenze dell’Intesa vogliano riconsiderare la decisione di continuare il blocco delle coste e delle isole elleniche, un grave peso sui rapporti tra gli Alleati e la Grecia”. Hanno detto isole? Ecco, Siros, Naxos e altre ancora vengono occupate dalle truppe ribelli del Governo provvisorio venizelista.