Notiziario: ACCADDE OGGI: 14 DICEMBRE 1916

ACCADDE OGGI: 14 DICEMBRE 1916

ENNESIMO ULTIMATUM AD ATENE DA PARTE DEGLI ALLEATI
Ventiquattr’ore per ritirare l’intero esercito dalla Tessaglia, interrompere ogni movimento verso nord e trasferire una parte delle truppe nel Peloponneso”. Il 14 dicembre gli Alleati presentano l’ennesimo ultimatum ad Atene. “Una seconda nota presenterà le riparazioni dovute per gli avvenimenti del primo dicembre”. Il blocco verrà mantenuto finché la Grecia non avrà saldato il debito e garantito la sicurezza del corpo di spedizione Alleato. Atene si divide tra il pessimismo e l’ottimismo. Nessun indizio utile a prevedere lo sviluppo della crisi. Molto più abbordabili le profezie sul destino dei negoziati di pace proposti dai tedeschi. Gli svizzeri non scommettono un soldo sul lieto fine e come loro qualsiasi commentatore assennato. “Gli Alleati rifiuteranno e la guerra continuerà con tutti i mezzi e con maggior violenza”. Il Giornale d’Italia, quotidiano molto vicino a Sonnino, conferma le impressioni: “Sin dal primo momento c’è stato il più completo accordo sulla sostanza della risposta. Ora i Governi dell’Intesa devono solo deciderne la forma”. In sostanza c’è da scegliere se rispedire la proposta al mittente prima o dopo aver ascoltato l’eventuale base di partenza. E qui i giornali iniziano a dividersi. Per qualcuno sarebbe il caso di smascherare il bluff tedesco, di disinnescare la manovra politica del nemico: “La Germania esponga le sue vedute al giudizio dell’opinione pubblica mondiale. Dia una prova concreta, non si nasconda dietro una formula generica e dichiarazioni astratte. […] Berlino non riuscirà a capovolgere le simpatie mondiali”. La proposta di aprire negoziati di pace non smorza di una virgola l’intensità bellica. In Romania le armate di Falkenhayn entrano a Buzău; i russo-rumeni sono costretti a ripiegare ovunque oltre lo Ialomița, compreso l’esercito del Danubio. Gli austro-bulgaro-tedeschi hanno “ripulito” tutti i territori a sud della linea Bucarest-Cernavodă. Per gli Alleati  le buone notizie giungono da lontano, dalla Mesopotamia: i britannici avanzano lungo lo Shatt al Hai e tornano a minacciare da vicino Kut-al-Amara, il teatro di una catastrofica sconfitta, una ferita ancora aperta.
Davide Sartori