Una donna si è rivolta così ai militari dell’Arma che dovevano ascoltarla per la testimonianza su una rissa. Sanzione da 103 euro. Nel 226° reggimento, alla fine del la Grande Guerra, si contarono tre mila soldati uccisi, in gran parte sepolti a Redipuglia
«Abito in via 226°Reggimento fanteria, quattro sfigati morti in guerra». In questo modo una ragazza di Macerata ha indicato i riferimenti della sua via di residenza ai carabinieri del Nucleo radiomobile di Macerata che dovevano sentirla come testimone per una rissa. Non è chiaro perché la donna abbia pronunciato queste parole, forse per un risentimento alla richiesta di mostrare i documenti. Forse credeva di essere spiritosa. O forse era davvero convinta che quei fanti in grigioverde morti tra il 1915 e il 1918 fossero proprio — così come li ha appellati lei— , dei «quattro sfigati».
Fatto sta che l’affermazione le è costata una multa di 103 euro per oltraggio ai caduti. Nel caso specifico parliamo dei soldati in grigioverde del Reggimento 226° fanteria «Arezzo», rimasti uccisi nei violentissimi combattimenti nella Prima Guerra Mondiale. Schierato in Carnia, tra Caporetto e Castagnevizza di Gorizia, alla fine del conflitto il reparto contò circa tre mila vittime. Gran parte di loro sono seppelliti al sacrario di Redipuglia, assieme a tanti dei 600 mila caduti italiani registrati in totale nella Grande Guerra.
Fatto sta che l’affermazione le è costata una multa di 103 euro per oltraggio ai caduti. Nel caso specifico parliamo dei soldati in grigioverde del Reggimento 226° fanteria «Arezzo», rimasti uccisi nei violentissimi combattimenti nella Prima Guerra Mondiale. Schierato in Carnia, tra Caporetto e Castagnevizza di Gorizia, alla fine del conflitto il reparto contò circa tre mila vittime. Gran parte di loro sono seppelliti al sacrario di Redipuglia, assieme a tanti dei 600 mila caduti italiani registrati in totale nella Grande Guerra.