9 settembre 1943, l’impresa della torpediniera Aliseo

La battaglia navale che andiamo a narrare oggi è ambientata in Corsica a poche ore dall’annuncio dall’annuncio dell’armistizio fra Regno d’Italia e potenze Alleate. Nel piccolo porto di Bastia, numerose navi italiane e tedesche sono ormeggiate a pacchetto. Oltre al naviglio ausiliario e a 7 unità della Kriegsmarine (2 cacciasommergibili e 5 motozattere, oggi diremmo LCT) è appena giunto un convoglio diretto in Sardegna scortato dalle torpediniere Ardito e Aliseo.

Al largo, in pattugliamento, incrocia la corvetta Cormorano, tutto è tranquillo, come d’altra parte tutta la zona della Corsica non sfiorata neppure dalla guerra. In serata, la notizia dell’armistizio tra Regno d’Italia e gli anglo-americani lascia tutti interdetti.

I comandi italiano e tedesco dell’isola concordano, col placet di Roma, un “accordo tra gentiluomini” che consente il pacifico ritiro dei tedeschi sul continente. Nel frattempo le due torpediniere ricevono l’ordine di proseguire la loro missione. L’Aliseo ha appena mollato gli ormeggi, superando le ostruzioni, quando nel porto si scatena l’inferno.

Gli equipaggi tedeschi, preparati da tempo, sono stati riuniti in squadre d’arrembaggio e armati per catturare di sorpresa le navi italiane. Alle 23:45 due gruppi cercano di salire a bordo dell’Ardito, scatenando una sparatoria. Le unità tedesche circostanti aprono anch’esse un intenso e confuso fuoco di armi automatiche, falciando amici ed avversari. L’Ardito e altre unità minori sono così catturate con grosse perdite umane.

Il Comando italiano in Corsica, subito informato, riferisce a Roma e decide di reagire. Poco prima dell’alba del 9 settembre un gruppo di combattimento del 10° Raggruppamento Bersaglieri arriva e attacca l’area del porto. Vista la mala parata i tedeschi ordinano alle proprie unità di uscire. Subito fuori dal porto sono quelle piccole navi sono inquadrate dalle batterie costiere italiane di medio calibro, le quali danneggiano, prima che riesca a portarsi fuori tiro, il cacciasommergibili UJ 2203.

A questo punto il Comando Marina ordina a Nave Aliseo, in attesa al largo di attaccare e distruggere la flottiglia nemica. Le 7 unità germaniche (dislocamento complessivo circa 2.100 t con un armamento combinato di 2 cannoni da 88 mm, 5 da 75 mm, 9 mitragliere da 37 mm e 14 armi da 20 mm) aprono il fuoco contro la torpediniera italiana (1.160 t, 2 pezzi da 100 mm e 10 mitragliere da 20 mm).

Hanno il vantaggio del numero, ma la facile aggressione notturna contro l’Ardito non fa testo: al posto di una nave in porto col personale al posto di manovra, ora si trovano di fronte un’unità in mare in assetto di combattimento e armata da un equipaggio affiatato e temprato, agli ordini di un comandante il cui nome era già una leggenda per le sue precedenti azioni subacquee in Atlantico: il capitano di fregata Carlo Fecia di Cossato, asso dei sommergibilisti italiani.

Alle 07:30 un proiettile da 88 raggiunge l’Aliseo, la nave ripara in breve tempo i danni e comincia a rispondere al diluvio di fuoco che le numerose unità tedesche stanno scaricando sull’unità italiana. Alle 08:20 l’UJ 2203 colpito più volte, esplode sollevando un’enorme colonna di fumo, stessa sorte per lo UJ 2219, disintegrato dall’esplosione del deposito munizioni.

L’Aliseo continua con un fuoco cadenzato e preciso, in cinque minuti vengono distrutte tre motozattere tedesche la F 366, 459 e 623. 25 Nel frattempo sopraggiunge anche la Cormorano che prende sotto tiro le gemelle F 387 e 612, che colpite si incagliano e vengono abbandonate dai loro equipaggi. Il Cormorano conclude l’opera eliminando infine una vedetta della Luftwaffe, la FL B.412, che aveva tentato di allontanarsi approfittando della confusione.

Lo scontro di Bastia è terminato, 7 unità tedesche affondate e l’Ardito recuperato. La vittoria riportata a Bastia fu tra le motivazioni del conferimento della Medaglia d’Oro al valor militare a Fecia di Cossato, caso probabilmente unico di conferimento della massima decorazione militare per azioni militari compiute contro obiettivi di due parti belligeranti contrapposte.

Carlo Fecia di Cossato 2«Valente e ardito comandante di sommergibile, animato, fin dall’inizio delle ostilità, da decisa volontà di successo, durante la sua quinta missione di guerra in Atlantico affondava quattro navi mercantili per complessive 20.516 tonnellate ed abbatteva, dopo dura lotta, un quadrimotore avversario. Raggiungeva così un totale di 100.000 tonnellate di naviglio avversario affondato, stabilendo un primato di assoluta eccezione nel campo degli affondamenti effettuati da unità subacquee. Successivamente, comandante di torpediniera, alla data dell’armistizio dava nuova prova di superbo spirito combattivo attaccando con la sola sua unità sette navi germaniche di armamento prevalente che affondava a cannonate dopo aspro combattimento, condotto con grande bravura ed estrema determinazione.

Esempio fulgidissimo ai posteri di eccezionali virtù di comandante e di combattente e di assoluta dedizione al dovere. Oceano Atlantico,

5 novembre 1942 – 1º febbraio 1943; Alto Tirreno, 9 settembre 1943»

Dopo il combattimento l’Aliseo, recuperati 25 naufraghi tedeschi, diresse insieme alla malridotta Ardito verso Portoferraio, dove nel frattempo erano confluite numerose torpediniere, corvette ed unità minori ed ausiliarie provenienti dai porti del Tirreno, dove arrivò alle 17.58 del 9 settembre.

Nel mattino dell’11 settembre la nave lasciò Portoferraio insieme ad altre sei torpediniere (tra cui le gemelle Indomito, Animoso, Ardimentoso e Fortunale) e diresse per Palermo, porto controllato dagli Alleati, dove il gruppo arrivò alle dieci del mattino del 12 settembre.

Il comandante Fecia di Cossato continuerà ad adempiere ai propri doveri durante il periodo della cobelligeranza, e al comando sempre dell’Aliseo compì numerose azioni di scorta, fino al tragico 27 agosto del 1944, quando deluso da tutti i valori in  cui aveva sempre creduto. Monarchia. Marina e soprattutto onore, decise di suicidarsi

Chi volesse approfondire la vita del comandante, la sua carriera al comando del leggendario sommergibile “Tazzoli” nell’Atlantico e la sua morte può trovare tutto nel nostro dettagliato post che trovate al seguente link:

Il suicidio del “Corsaro dell’Atlantico”