L'assedio di Leningrado, durante la seconda guerra mondiale, è stata una delle più cocenti sconfitte nella guerra lampo di Adolf Hitler contro la Russia sovietica. Le forze armate tedesche, pur avendo progettato un assalto diretto della durata di sei/otto settimane, incontrarono invece un'inaspettata, forte resistenza. L'assalto si trasformò dunque in un assedio che durò 2 anni e 5 mesi, dall'8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944. Ma già il 18 gennaio 1943 i sovietici, indisturbati dalle forze tedesche, erano riusciti a far arrivare rifornimenti alla città ancora assediata. Fu l'assedio più lungo di tutta la seconda guerra mondiale e ad oggi è il secondo più lungo della storia moderna dopo quello di Sarajevo degli anni '90. La data in cui si celebra ufficialmente la liberazione della città è il 27 gennaio. La città di Leningrado (oggi San Pietroburgo) era uno dei tre obiettivi prioritari di Operazione Barbarossa, la guerra anti-comunista d'annientamento, indicata nel Mein Kampf come il caposaldo del bolscevismo sovietico. Leningrado era importante oltre che come centro culturale, anche come centro per il commercio nel Mar Baltico, e per la vicina base navale di Kronstadt, sede della flotta russa del Baltico, per la presenza di fabbriche per la produzione di acciaio e di carri armati. L'ultimo collegamento ferroviario con Leningrado si ebbe il 30 agosto 1941, quando i soldati tedeschi raggiunsero il fiume Neva. Questa data segna l'effettivo inizio dell'assedio della città. A causa della mancata rapida presa della città, un furibondo Hitler promise di "eliminare la città di Petersburg dalla faccia della terra".
(Tratto dalla Pagina "Accadde oggi - Corsi storici")