8 LUGLIO 1918 FERITO ERNEST HEMINGWAY sul fronte italiano a Fossalta di Piave “. Fossalta me la ricordavo ridotta dalle bombe a cumuli di macerie, al punto che neppure i topi ci potevano abitare”. Così scrisse Ernest Hemingway sul “Daily Star” di Toronto nel luglio del 1922. L’articolo, intitolato “Visita di un reduce al vecchio fronte”, venne scritto quattro anni dopo la tragica notte tra l’8 e il 9 luglio del 1918 quando – una ventina di giorni prima del suo 19° compleanno – venne colpito dalle schegge dell’esplosione di un colpo di un mortaio austriaco a corta gittata. Il giovane Hemingway, volontario arruolasi durante la prima guerra mondiale come autista d’ambulanza della sezione statunitense della Croce Rossa ( era stato escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista) , cercò di mettere in salvo i feriti quando fu colpito alla gamba destra in un luogo in cui lo scrittore fu ferito è noto come “Buso Burato”. Lì l’acqua del Piave si dirige verso Fossalta, seguendo una linea di anse disegnate a “elle”. E lì, tra le due sponde del fiume, c’era la prima linea, con gli austriaci appostati sulla riva sinistra. Hemingway arrivò a Fossalta di Piave il 24 giugno 1918, appena conclusa la Battaglia del Solstizio e le strade del piccolo paese parevano un cimitero a cielo aperto. Quelle due settimane in cui rimase lì, fino alla notte del ferimento, segnarono in profondità la sua vita. Dopo i ferimento, ricevute le prime cure, venne trasportato in treno all’Ospedale della Croce Rossa americana di Milano, dove fu operato. Lì rimase tre mesi, durante i quali furono necessarie ben 12 operazioni chirurgiche per estrarre le oltre 200 schegge che gli erano entrate nella gamba. Lì s’innamorò di un’infermiera statunitense di origine tedesca, Agnes von Kurowsky. Dall’intera vicenda trasse spunto per uno dei suoi romanzi più celebri, “Addio alle armi”.