La Fondazione Memoria della Deportazione conferma i propri interessi degli ultimi anni sul tema degli Internati Militari Italiani segnalando il volume, al quale ha collaborato, di Diego Audero Bottero, 600.000 volte No – 600.000 razy Nie. Storia degli IMI nel governatorato generale.
Il volume
Il volume è catalogo della mostra già presentata a Cracovia, presso l’Istituto italiano di cultura, via Grodzka 49, con alcune rare fotografie del campo di Przemyśl, conservate nel Fondo Pirola, e ora riproposta a Varsavia e in altre città polacche. A maggio sarà a Biała Podlaska e a Chełm.
Scritto nelle due lingue offre l’opportunità di far conoscere la nostra Fondazione e il nostro Fondo Pirola anche al pubblico polacco, ma soprattutto rappresenta una grande opportunità per riprendere a parlare in Europa di un tema, tra i meno studiati negli ultimi decenni, quello degli Internati Militari Italiani.
Le memorie
Il recupero di queste memorie ci aiuta oggi a meglio interpretare quella sensazione di «solitudine collettiva» che coinvolse molti italiani, civili e militari, a seguito dell’8 settembre 1943, incapaci di riconoscersi nella tradizione antifascista, attiva fin dal 1919 e che, allora, dovendo scacciare l’usurpatore straniero, si sentiva legittimamente continuatrice del Risorgimento nazionale, e tantomeno disposti a cedere ai falsi valori dei fascisti di Salò, sotto la guida incerta di un Mussolini imperiale, riscopertosi repubblicano.
La reazione del nostro esercito è ancora oggi poco studiata: ci sono stati sconcerto, incredulità e indignazione nei confronti del comportamento del re e delle alte cariche dello Stato, ma anche al contrario una grande fedeltà all’istanza monarchica, sentita come unico simbolo dell’unità nazionale, e soprattutto ci sono stati il coraggio e la determinazione dei tantissimi soldati, che sentirono di dover respingere ogni compromesso con la Repubblica filo-nazista di Benito Mussolini.