Il 5 luglio 1943, il capitano pilota Franco Lucchini, uno dei migliori Assi della Regia Aeronautica decollava alla 10:25 ai comandi di un Macchi M.C. 202, con lui altri 26 velivoli fra M.C. 202 e M.C.205, tutti del 4º Stormo. Scopo della missione intercettare 52 bombardieri scortati da una ventina di caccia Spitfire della RAF, diretti a bombardare gli aeroporti attorno a Catania. In previsione dell’invasione dell Sicilia che sarebbe scattata di lì a pochi giorni, gli Alleati avevano intensificato le loro azioni aeree contro le basi aeree italiane in tutta l’Italia meridionale colpendo soprattutto le Puglie, la Sardegna e naturalmente la Sicilia.
Il Capitano Lucchini comandava a quei giorni il 10º Gruppo, formato dall’84ª, 90ª e 91ª Squadriglia. Sulla verticale della base aerea di Gerbini, Lucchini, dopo avere abbattuto un caccia di scorta, sarà la sua 26ª e ultima vittoria, attaccava la formazione di Boeing B-17 Flying Fortress, velicoli che incontrava per la prima volta. La sua coraggiosa azione portava al danneggiamento di diversi bombardieri ma lo porto anche a diventare bersaglio dei B-17 e fu visto precipitare, tra un nugolo di traccianti nemici, con il tettuccio chiuso, a pochi chilometri ad est di Catania.
Il suo corpo fu ritrovato due giorni più tardi, al momento della morte Franco Lucchini era stato decorato con cinque Medaglie d’argento al valore militare, una Medaglia di bronzo al valore militare, tre Croci di guerra al valor militare e una Croce di Ferro tedesca di seconda classe. Era stato citato sul Bollettino di Guerra due volte il 5 settembre 1942 e il 6 luglio 1943. Le sue vittorie 26 secondo alcune fonti, 22 secondo altre oltre a 52 vittorie condivise con altri piloti, erano state ottenute in 70 combattimenti aerei nel corso di 262 (secondo altri 294) missioni di guerra.
La sua salma riposa presso il Sacrario dell’Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano, Roma. Nel 1952 venne decorato alla memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Militare postuma, che così recita:
«Comandante giovanissimo di un gruppo da caccia. Pilota, animatore, capo capace, entusiasta, convinto. Asso della caccia italiana idealmente puro. Volontario di guerra soffrì le dure pene della prigionia senza fiaccare l’indomito spirito. Affrontò sui cieli di tutti i fronti i piloti di tutto il mondo e nei duelli, sostenuti sempre cavallerescamente, fece brillare le qualità superbe del pilota e del combattente. Le vittorie innumerevoli non lo inebriarono. Convinto della missione da compiere continuò il lavoro con la stessa precisa volontà, esempio costante a tutti nell’adempimento sereno del proprio dovere. Tornò al combattimento con le ferite ancora aperte; sempre primo dove più dura e violenta infuriava la lotta seppe trasfondere agli altri i purissimi sentimenti di amore di Patria che lo animavano. In un epico combattimento sostenuto sopra il sacro suolo d’Italia contro avversari cento volte superiori, fu piegato dal fato avverso e non dall’abilità dell’avversario che aveva sempre nettamente dominato. Cadde da prode come da prode visse e seguitando la luminosa scia di Baracca continua con esso ad additare ai piloti del suo stormo la vera eroica via da seguire.»
Cielo dell’Africa Settentrionale, del Mediterraneo e della Sicilia, giugno 1940 – luglio 1943
Prima di chiudere il post una breve ma doverosa biografia di uno dei maggiori Assi della Regia Aeronautica. Franco Lucchini nasce a Roma il 24 dicembre 1917 e già da ragazzo sviluppa la passione per il volo, passione che gli fu instillata da due personaggi di un certo rilievo per l’Aeronautica Italiana, Gian Giacomo Chiesa, Direttore della Scuola di Pilotaggio di Cerveteri, e il colonnello Bertolini, comandante dell’aeroporto di Furbara, in seguito caduto nella campagna d’Etiopia. Così il giovane Lucchini a 18 anni nel 1935 entra nella Regia Aeronautica come Ufficiale di Complemento.
Nel luglio del 1936 consegue il brevetto di Pilota Militare alla Scuola Aeronautica di Foggia e il 13 Agosto dello stesso anno, viene assegnato alla 91ª Squadriglia, X Gruppo, del 4° Stormo C.T. di Gorizia. La sua prima occasione per confrontarsi con un avversario nei cieli venne ben presto, infatti nel luglio dell’anno successivo parte volontario per la Spagna ed e’ assegnato alla 19ª Squadriglia del XXIII Gruppo “Asso di Bastoni” dell’Aviazione Legionaria, basato a Torridoe ed equipaggiato con caccia biplani Fiat C.R.32.
Il 22 luglio 1938, nel corso di un duello aereo in cui aveva già abbattuto un aereo nemico, fu a sua volta atterrato da un caccia sovietico Polikarpov I-16. Costretto a lanciarsi con il paracadute in territorio nemico, venne catturato e internato, ma riuscì a fuggire dopo qualche mese nel febbraio 1939. Nelle 122 missioni di volo portate a termine durante la Guerra Civile Spagnola, Lucchini consegue 5 vittorie aeree e venne abbattuto due volte.
Occorre tuttavia ricordare che il numero dei suoi abbattimenti in Spagna è secondo alcuni storici sovrastimato, forse nell’intento di farlo apparire, davanti all’opinione pubblica, come il “Baracca della seconda guerra mondiale”. Il numero totale delle sue vittorie infatti oscilla secondo le varie fonti consultate da 22 a 26.
Gli ottimi risultati ottenuti gli garantiscono la promozione al ruolo di Ufficiale del Ruolo Effettivo e la Medaglia d’Argento al Valor Militare:
«Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, pilota da caccia ardito e valoroso, partecipava a numerose missioni di scorta e di crociera sulle linee nemiche. Nei combattimenti sostenuti contribuiva con ammirevole slancio ed audacia alle brillanti affermazioni dell’Ala Fascista.»
— Cielo di Spagna, luglio 1937-gennaio 1938
Al termine della guerra di Spagna, Lucchini rientra al suo Reparto, il 4° Stormo di Gorizia. Nell’aprile del 1940, transita alla 90ª Squadriglia. L’unità equipaggiata con i C.R. 42, da poco consegnati allo Stormo, si trasferisce in Africa Settentrionale pochi giorni prima della dichiarazione di guerra.
Il 10 giugno 1940 il Regno d’Italia dichiara guerra a Gran Bretagna e Francia, il giorno successivo Lucchini compie la sua prima missione di guerra a protezione di Tripoli. Il 21 giugno, attaccava uno Short Sunderland, già intercettato da altri cacciatori al largo di Tobruk, colpendo l’imponente idrovolante inglese, lasciandolo con due motori che fumavano. Non ne rivendicò la distruzione ma due giorni dopo, dalla base navale di Bardia comunicavano che un aereo di quel tipo era stato trovato affondato, con pesanti danni e solo un membro dell’equipaggio sopravvissuto, anche se ferito.
Cinque settimane dopo, il 28 luglio, Lucchini decollava da El Adem, per intercettare una formazione di Bristol Blenheim, abbattendone uno e danneggiandone pesantemente un secondo. Nella grande battaglia aerea del 4 agosto 1940 sulla Ridotta Capuzzo, Lucchini, abbatteva un Gloster Gladiator nei pressi di El Adem, molto probabilmente quello pilotato dal Flight Lieutenant Marmaduke Pattle “Pat”, destinato a diventare uno dei più grandi “assi” alleati, con circa 50 aerei abbattuti e tra l’altro con il più alto numero di velivoli italiani distrutti nella seconda guerra mondiale.
Nel dicembre di quello stesso anno gli inglesi passarono al contrattacco, cogliendo di sorpresa e sbaragliando gli italiani a Sidi El Barrani. Lucchini ed i suoi, consci del disastro in corso, operarono al meglio delle loro possibilità, cercando di offrire alle truppe di terra il massimo supporto. Durante questo primo ciclo operativo in Nord Africa, a Lucchini furono accreditate 3 vittorie aeree individuali e 15 in collaborazione, nel corso di 94 missioni e 13 combattimenti aerei e venne decorato con una seconda Medaglia d’argento al Valor Militare e due Medaglie di Bronzo al Valor Militare.
Al termine della massacrante fase operativa, sia per gli uomini che per i mezzi, la 90ª squadriglia venne fatta rientrare in Italia nel gennaio 1941 per equipaggiarsi con i nuovi M.C.200. Completato il passaggio ai Macchi M.C. 200 Saetta il 16 giugno del 1941, la sua squadriglia viene dislocata a Trapani per le operazioni su Malta, la vera spina nel fianco del dispositivo italo-tedesco nel Mediterraneo. Il 27 giugno 1941 Lucchini otteneva una nuova vittoria aerea, abbattendo un Hawker Hurricane e successivamente condivise molte altre vittorie con i suoi compagni del 4º Stormo.
Nel settembre del 1941, Lucchini conseguì un’altra Medaglia d’Argento al Valor Militare e in dicembre venne nominato Comandante della 84ª Squadriglia. Siamo alla fine del secondo anno di guerra, poiché le perdite erano state alte, il reparto venne nuovamente viene ritirato e si trasferisce a Campoformido per il rimpiazzo di uomini e per essere riequipaggiato con il nuovo Macchi M.C. 202 Folgore, forse la prima macchina veramente in grado di battersi alla pari con i cacciatori britannici.
Nei primi giorni di aprile del 1942 ritorna, sempre con la sua Squadriglia, forte di 26 Folgore, in Sicilia per riprendere le missioni contro Malta. Cominciò così un lungo e massacrante periodo di continui voli sull’isola, che disponeva di una valida difesa contraerea. Il 22 maggio 1942, Lucchini, con la sua squadriglia e l’intero 4° Stormo vengono inviati a Martuba, Nord Africa, per appoggiare l’offensiva italo-tedesca contro gli inglesi, condotta da Erwin Rommel.
Il 2 settembre, Lucchini, in volo con altri 17 Macchi del 10° Gruppo, formazione comandata dal maggiore De Agostinis in una missione di caccia libera intercettò una formazione di 18 bombardieri leggeri Boston, scortati da 35 Spitfire, nel combattimento che ne seguì Lucchini abbatté un caccia di scorta ed uno dei bombardieri. Ma anche queste vittorie, per quanto osannate dalla propaganda fascista , non potevano bastare a ridurre la sempre più pesante e pressante presenza aerea inglese, ampiamente rifornita dagli americani in base alla Legge Affitti e Prestiti del ‘41.
l 20 ottobre durante un combattimento aereo seguito all’intercettazione di 24 Boston e Lockheed Hudson in azione su Fuka, scortati da 30 P-40s e 20 Spitfire, Lucchini riuscì a danneggiare 1 Hudson, mentre l’intero 4º Stormo rivendicò l’abbattimento di 24 aerei nemici, ma il suo M.C.202 fu danneggiato. Lucchini fu costretto a compiere un atterraggio di emergenza. Il 24 ottobre venne ferito ad un braccio e alle gambe durante una missione di volo e immediatamente inviato presso l’ospedale di Fuka e rimandato in Italia per un periodo di convalescenza. Per il suo impegno in Africa, i Tedeschi gli conferiscono la prestigiosa Croce di Ferro al Coraggio di Seconda Classe.
Al suo rientro allo Stormo, nel marzo del 1943, assume il comando del X Gruppo. Poco dopo nel maggio dello stesso anno avvenne la resa delle forze dell’Asse in Nord Africa, il 4° Stormo viene rischierato sul territorio nazionale con l’obiettivo di contrastare un eventuale sbarco degli Alleati sulle coste siciliane. Tra gennaio e giugno, il Reparto riceveva alcuni nuovi caccia M.C. 205 “Saetta” un velivolo superiore ai mezzi a disposizione di americani e britannici ma che arrivò in troppo pochi esemplari ai reparti in prima linea.
Si arriva quindi a quel tragico 5 luglio 1943 giorno in cui Lucchini compie la sua ultima missione di guerra. Sulla verticale della base aerea di Gerbini, Lucchini, dopo avere abbattuto un caccia di scorta in quella che sarà la sua 26ª e ultima vittoria attaccava la formazione di Boeing B-17 Flying Fortress, che incontrava per la prima volta. Lucchini danneggiava diversi bombardieri, poi veniva visto attaccare un B-17, tra un nugolo di traccianti nemici, prima di precipitare, con il tettuccio chiuso, a pochi chilometri ad est di Catania. Il corpo di Lucchini fu ritrovato due giorni più tardi.
Alla sua morte, Lucchini era stato decorato con cinque Medaglie d’argento, una Medaglia di bronzo, tre Croci di guerra al valor militare e una Croce di Ferro tedesca di seconda classe. Era stato citato due volte sul Bollettino di Guerra, il 5 settembre 1942 e il 6 luglio 1943. Le sue vittorie erano state ottenute in 70 combattimenti aerei nel corso di 262 (secondo altri 294) missioni di guerra. La sua salma riposa presso il Sacrario dell’Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano a Roma.