Alla fine di maggio 1940, le divisioni Panzer dell'esercito tedesco avanzarono nelle Ardenne ed oltre la Mosa, proseguirono verso nord bloccando in una sacca i soldati alleati in corrispondenza della frontiera franco-belga tra Calais e Ostenda. Gli inglesi compresero di essere sconfitti ma si lanciarono in una grandiosa operazione di salvataggio che prese il nome di Operazione Dynamo, in quanto fu pianificata dall’Ammiraglio Bertram Home Ramsey e discussa con Churchill nella Dynamo Room, collocata sotto il Dover Castle, all’interno della quale vi era una dinamo che forniva l’elettricità.
Il ritiro delle truppe alleate fu incredibilmente ardito, con i tedeschi nelle vicinanze e con un numero di navi insufficiente, l’ammiraglio inglese mise insieme la più eterogenea flotta che si potesse immaginare: mobilitò le cosiddette “piccole barche” requisendo lance a motore, barche da pesca, barche da salvataggio, a vela e remi, pescherecci, yacht privati, mezzi dei pompieri, piroscafi, tutte con equipaggi civili.
Solo un terzo degli uomini fu evacuato da Dunkerque, mentre il resto si concentrò su un lungo pontile in pietra e legno alla foce del porto le cui acque alte da entrambi i lati permettevano uno smistamento rapido dei soldati. Nel frattempo la RAF teneva impegnata l’aviazione tedesca mentre le retrovie alleate cercavano di guadagnare tempo impegnando strenuamente i nazisti nonostante non avessero speranze di fermarli. Alle 10,30 del 4 giugno l’operazione Dynamo si concluse.
Il perimetro crollò ma le ultime piccole barche e le navi della Royal Navy avevano ormai lasciato il suolo francese dirette in Inghilterra non prima di essere riuscite a sabotare tutte le attrezzature e le armi pesanti così da non permettere il loro utilizzo al nemico. I dati ufficiali parlano di 8.061 vittime inglesi e 1.230 alleate ma si riuscì a salvare oltre 338 mila soldati ed a ridimensionare la disfatta di Dunkerque che divenne sinonimo di sacrificio ed eroismo.
Alla Camera dei Comuni Winston Churchill salutò l’operazione di salvataggio di Dunkerque come un “miracolo di liberazione” anche se mise in guardia tutti invitando a non celebrare l’avvenimento come una vittoria ammonendo che le guerre non si vincono con le evacuazioni.