27 SETTEMBRE 1915

La nave da battaglia italiana Benedetto Brin, a causa dello scoppio del deposito munizioni di poppa, affonda nel porto di Brindisi uccidendo oltre 400 marinai. 400 Anime, 400 mariti, 400 figli della nostra amata Patria perirono in quella immane catastrofe.
La Benedetto Brin fu una nave da battaglia italiana appartenente alla Classe Regina Margherita, una classe di corazzate pre-dreadnought della Regia Marina, composta da due unità: Regina Margherita e Benedetto Brin.
Costruita su progetto elaborato dall'ispettore del Genio Navale Benedetto Brin e dal Generale Ruggero Alfredo Micheli, ingegnere del Genio Navale della Regia Marina, era un'ottima unità per la sua velocità, protezione, armamento, qualità marine ad abitabilità.
La sua costruzione iniziò nel 1899, venne varata nel 1901 a Castellammare di Stabia e, consegnata alla Regia Marina nel 1905, ricevette la bandiera di combattimento il 1º aprile 1906.
Durante la guerra italo-turca partecipò allo sbarco a Tripoli nel 1911 e l'anno seguente fu impiegata nel Mar Egeo.
La Benedetto Brin andò perduta alle ore 8:10 del 27 settembre 1915 nel porto di Brindisi, a seguito dell'esplosione della santabarbara; le cause dell'affondamento furono attribuite a vari motivi, quali un problema con le munizioni, un atto di sabotaggio austriaco, oppure un'azione di sabotatori italiani attratti dalle promesse austriache di una ricompensa.
Nel 2015, a 100 anni esatti dall'evento, la Marina Militare ha ufficialmente dichiarato che:
«Come ormai acclarato, si trattò di una disgrazia non diversa da quelle accadute in altre marine da guerra dell'epoca: la causa dell'affondamento era infatti da attribuire ai nuovi esplosivi utilizzati per le cariche di lancio e di scoppio che, indispensabili e sempre più potenti, erano stati introdotti da troppo poco tempo perché se ne conoscessero tutte le caratteristiche relative alla loro stabilità.»
Perirono 21 ufficiali e 433 tra sottufficiali e marinai, tra i quali l’ammiraglio Ernesto Rubin de Cervin, comandante della 3ª Divisione Navale della 2ª Squadra, e il comandante della nave Fara Forni. I superstiti furono 9 ufficiali e 473 fra sottufficiali e i marinai.
"Signore abbi in gloria le loro anime"