Notiziario: 24 maggio 1915 – testimonianze Prof. Vittorio Romanin (Brigidin) e altri

24 maggio 1915 – testimonianze Prof. Vittorio Romanin (Brigidin) e altri

24 MAGGIO 1915

Mentre nei giorni precedenti per ordini emanati dal Comando Supremo ai nostri soldati era rigorosamente proibito avvicinarsi al confine, gli austriaci vi si erano già appostati scavando trinceramenti naturalmente nelle  posizioni a loro più favorevoli.

Va ricordato a proposito quanto successe al cappellano di Collina, don Pietro Della Pietra valente cacciatore d’alta montagna, che parecchi giorni prima del 24 maggio. Girando, al Volaia con compagni di caccia trovò ben protetto dalle intemperie, un apparecchio telefonico e lo riportò al di qua del confine e lo nascose……….non fù necessario restituirlo, perche servì ai nostri soldati, i quali in principio né erano sprovvisti.

(Don Fortunato Molinaro)

Dal diario del Prof. Vittorio Romanin (Brigidin) classe 1903.

“ Vigilia del 24 maggio, la sera uscendo da scuola ci imbattiamo in molti alpini. I margini della strada sono occupati da 4 compagnie del 2° Reg. Alpini, oltre alla 19^ comp. di stanza a Forni, vi sono la 17^comp. la 18^e la 101^ giunte rispettivamente da Comeglians Rigolato, Paluzza. Gli alpini ci dicono che erano diretti al confine. Sostano per consumare il rancio che sta cuocendo sulla piazzetta. Un ordine: zaino in spalla e partenza per la frontiera. Il momento è commovente. I soldati ci raccomandano di pregare e di ricordarli . Molte donne si asciugano le lacrime; Noi bambini, che, quando ci troviamo tra i soldati, dimostriamo tanta vivacità, restiamo muti e seri, colpiti dalla accezionalità del momento. Vedendo partire i nostri Alpini ci vince il desiderio di rimanere ancora vicino ad essi e li accompagnamo accodandoci mentre in testa si trovano alcuni paesani che si sono offerti come guide. Specialmente quegli alpini della 19^ con cui avevano convissuto in paese per più di 6 mesi…….Appena fuori del paese sentiamo la campana dell’agonia. Sta morendo un vecchio del paese. ( Romanin Rocco Giobatta marito di Romanin Marta, mio bisnonno, classe 1849 morto alle ore 6 pomeridiane, il figlio Carlo classe 1882, richiamato, dovette partire immediatamente senza poter assistere al funerale ) Quel suono mi rattrista particolarmente e più che al vecchio morente richiama il nostro pensiero a quei giovani pieni di vita ma cosi vicini al pericolo di perderla.Giunti ad un certo punto dobbiamo deciderci al ritorno e diciamo addio a quei nostri fratelli, continuando però ad accompagnarli con i cuore e con la preghiera. Trascorro una notte ansiosa.(…).Arrivano i feriti della prima notte e vengono accoti e curati amorevolmente all’ albergo Centrale…(..).. Giungono altre truppe che danno man forte a quel pugno di alpini che non avrebbero potuto tenere il fronte di moltissimi chilometri. Per evitare bombardamenti notturni l’illuminazione pubblica viene tolta e dalle finestre delle abitazioni non deve filtrare la minima luce. Cosi per tutto il periodo della guerra…..

All’altezza di Pierabech dove il rio Bordaglia si getta nel Rio Fleons gli alpini incontrarono Giacomo Vidal di anni 70 da Forni Avoltri e malghese in val Bordaglia che stava rientrando frettolosamente dalla Casera di Bordaglia bassa. Era salito per accertarsi se a causa delle intemperie invernali vi fossero da doversi compiere dei lavori per la prossima monticazione, durante il giro di controllo della Casera sentì un vociare confuso proveniente dalla Casera alta stette in ascolto e si nascose osservando che vi erano militari armati anche verso il monte Volaia e nella zona del Passo Giramondo. Preso dal timore e non riuscendo a capire cosa fosse quel movimento di uomini, di corsa si avviò verso Forni.          Incontrando gli alpini seppe che era stata dichiarata guerra, quegli uomini armati che aveva visto erano soldati Austriaci e quegli alpini piemontesi la notte stessa avrebbero avuto il battesimo del fuoco a Passo di Val d’Inferno.

Il 23 maggio 1915 il nemico occupò il passo. Il Ten austriaco Fritz Weber nel suo libro “ “Tappe di una disfatta” scrive che il pomeriggio del 23 maggio 1915 è rimasto indelebile nella memoria di tutti coloro che lo vissero, tra l’Ortles e l’Adriatico perche giunse il dispaccio che specificava; “dalle 18 di questa sera stato di guerra con l’Italia…” Alle 23.25 dello stesso giorno alla 101^ comp. del Btg. Dronero che si trovava nel baraccamento di M. Neval (M. Crostis) giunse l’ordine di attaccare i passi Giramondo, Val d’Inferno e Giogo Veranis, gia occupati dagli austriaci se pur con un velo di forze, ma in posizioni dominanti. Alle 6 del 24 maggio il Mag. Piva C.te del “Dronero” dispose che un distaccamento, composto della 101^ e 18^ comp. e una sez Mtr. attaccasse il Passo di Val d’Inferno, mentre un plotone della 19^ comp. a M. Navagiust doveva sorvegliare le provenienze dalla Valle di Fleons. L’azione venne affidata al Capit. Vignola, che ebbe a disposizione le guide di Forni Avoltri Samassa e Foraboschi. Nella notte tra il 24 ed il 25 maggio il distaccamento del Capit. Vignola, dopo breve sosta in Val Bordaglia, dove arrivò alle 23 circa, lasciò due plotoni sulla cresta nord del Navagiust per proteggere un eventuale ripiegamento. Poi avanzò verso Passo Val d’Inferno. Alle ore 1.40 l’avanguardia del plotone della 101^ comandato dal S.ten. Balocco, che avanzava spiegato, fu accolta da una scarica di fucileria proveniente dalle falde del M. Chiastronat (Kesselfìkofel). Subito il S.ten. Ciocchino portò il suo plotone d’iniziativa sulla sinistra del plotone Balocco, e si slanciò verso la trincea nemica in un impetuoso assalto…Ferito il S.ten Ciocchino che rotolò sul nevaio per una decina di metri con un braccio spappolato, assunse il comando il C.le. Mag. Delpero Bartolomeo che cadde subito ucciso colpito in fronte. Subentrò il C.le Mag. Vico che benche ferito due volte ad un braccio guidò all’assalto il plotone occupando la trincea di Passo Val d’Inferno. L azione fu sostenuta da ½  btr. 13^ del Conegliano, schierata sulle falde ovest di Cima Ombladet. Il Vico dispose il riordinamento e rafforzamento del plotone sulle posizioni occupate. Solo allora il C.le. Mag.Vico scese verso il posto medicazione.  Al Capit. Vignola che salendo da Bordaglia di Sopra con i rincalzi, gli chiese come fosse andata lassù, rispose in piemontese: “I l’oma Fait polissia” che vuol dire “Abbiamo fatto pulizia”.  Ma il successo è di brevissima durata. Gli austriaci saliti sulle pendici nord del Kreuzen ( Creta di Bordaglia ) q. 2169, dominavano il Passo, e l’artiglieria non diede tregua. Il Capit. Vignola lasciò un plotone sulle pendici del Chiastronat protetto dalla 1^ sez Mitr e fece ritirare il plotone del Passo posizionandolo sul Navagiust. Il 28 maggio 1915 anche il plotone del M. Chiastronat fu costretto dalla artiglieria austriaca a ripiegare verso il Navagiust. Il Re concesse “Motu proprio” la prima medaglia d’Argento al V.M. della Grande Guerra al C.le Mag. Vico, che venne consegnata nell’ospedale da campo in cui era ricoverato, dall’allora Sottocapo di S.M. dell’Esercito Gen. Porro. Colpì Talmente la frase pronunciata cosi sinteticamente dal C.le Mag. Al suo Capitano, da essere riportata sulla rivista della Domenica del Corriere. In seguito diventò il motto del Btg. Dronero. Il Re Vittorio Emanuele III° consegnò personalmente la Med. Argento al S.ten Ciocchino.

Dal Diario dell’alpino Marino Giovanni 101^ comp. Eliografista. Decorato di M.B.V.M.

24 maggio sono partito dal monte Crostis alle ore 11 del mattino per il Passo vall Inferno.

Siamo giunti alle ore 1,30 del giorno 25 siamo subito andati all’assalto per occupare  il Passo, alle ore 3 il Passo era in nostro possesso.

Abbiamo subito costruito trincee, e abbiamo passato tutta la giornata sotto una tempesta di piombo nemico. Alla sera stessa abbiamo dovuto ritirarci alle ore 8,30 e abbiamo dovuto retrocedere sotto una grandine di piombo nemico, dove mi è stato concesso la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, per aver trasmesso parecchi telegrammi e che ho salvato l’apparato dalle mani dei tedeschi.

Le perdite della giornata sono; 6 morti, 15 feriti, 2 dispersi. (Dal diario Btg.Dronero)

Catturati 25militari austriaci di cui 2 feriti.