24 luglio 1943, l’affondamento della Corvetta Cicogna
Nel corso del secondo conflitto mondiale, il porto di Messina fu importante base logistica per la partenza di convogli navali destinati al rifornimento di mezzi, armi, uomini e materiali, alle nostre truppe di stanza in Nord Africa. Secondo per importanza solo al munitissimo porto di Augusta, Messina era anche sede del C.M.M.A. (Comando Militare Marittimo Autonomo) in Sicilia (MARISICILIA) e della III^ Divisione Navale.
Il 24 luglio del 1943 la moderna corvetta Cicogna appartenente alla classe Gabbiano venne centrata ed affondata nel porto di Messina, dove era stata destinata ad operare, nel corso di uno dei tanti bombardamenti sulla città Peloritana.
Dopo aver fatto fronte alle scorte dei convogli e e alla caccia dei sommergibili nemici utilizzando le navi più disparate, dai cacciatorpediniere di squadra alle vecchie torpediniere della prima guerra mondiale, nel 1941 venne decisa la costruzione di unità studiate appositamente per fare fronte alle due necessità.
Venne decisa la costruzione di sessanta unità sessanta unità e la loro costruzione venne commissionata dalla Regia Marina a vari cantieri nazionali: all’Ansaldo nei cantieri di Voltri e Sestri Ponente, alla Navalmeccanica, ai Cantieri Riuniti dell’Adriatico negli stabilimenti di Monfalcone e Trieste nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, alla OTO nel cantiere navale di Livorno e alla Breda nel cantiere di Marghera.
Navi molto versatili, queste unità dotate di ecogoniometro e di un potente armamento si rivelarono le migliori e le più moderne tra le navi della Regia Marina. Furono sottoposte a pitturazione mimetica e il distintivo ottico costituito da un numero progressivo a partire da 11 fino a 70, preceduto dalla lettera “C”.
Alla Corvetta Cicogna, impostata nel cantiere di Sestri Ponente nel 1942, varata il 12 ottobre dello stesso anno ed entrata in servizio l’11 gennaio del 1943, verrà assegnato il numero C 15.
Delle sessanta unità previste ne entrarono in servizio solo ventinove, tre delle quali furono perdute in guerra e sette catturate dai tedeschi dopo l’armistizio. Altre ventuno vennero catturate ancora in costruzione e successivamente completate dai tedeschi.
Come detto la Cicogna venne colpita mentre era nel porto di Messina da uno dei tanti bombardamenti alleati sulla città dello stretto e precisamente quello del 24 luglio 1943.Recuperata dopo il conflitto, venne definitivamente radiata il 18 ottobre del 1946.
Attualmente sei dei suoi uomini componenti dell’equipaggio, riposano nel Sacrario Militare di Cristo Re a Messina, edificio religioso che custodisce i resti di 1288 caduti del secondo conflitto mondiale, 161 gli ignoti, gran parte dei quali rimasti uccisi durante la difesa della Sicilia, e di 110 caduti del primo conflitto mondiale.