Fu volontario di guerra, benché circostanze di età e fisiche avrebbero potuto esimerlo da ogni obbligo di servizio militare. Nel novembre del 1915 fu nominato ufficiale e subito dopo volle essere inviato in zona d'operazioni, chiedendo di far parte del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna. Seguì l'eroica brigata nei più aspri combattimenti di Monfalcone e Montecongio, dove ebbe a meritarsi una prima medaglia al valor militare con la seguente splendida motivazione:
"Ticchioni Carlo da Gubbio, Sottotenente Aiutante Maggiore nel 2° Reggimento Granatieri di Sardegna: sotto l'intenso fuoco dell'artiglieria e fucileria nemica, percorreva più volte l'intera fronte per recapitare ordini ed assicurare i collegamenti. Occorrendo rinforzi, benché affranto dalla stanchezza, insisteva preso il comando del battaglione per essere inviato egli stesso a chiederli, e compiva il suo mandato, traversando una zona interamente battuta. Al ritorno accompagnò militari dispersi, portò cartucce e volle indirizzare a posto i risultati. Campiello 3 giugno 1916".
Nell'agosto 1916 poi davanti a Gorizia, che per l'eroico valore dei suoi figli fu restituita alla Patria, in un violento attacco dinnanzi all'austriaco che non avrebbe voluto cedere, cadde colpito in fronte da pallottola nemica. La morte lo rapì quando il suo entusiasmo era sempre più fervente, quando l'animo suo esuberante di giovinezza e di amor patrio avrebbe potuto dare frutti maggiori e migliori.
Per il suo eroismo, per il sangue freddo dimostrato fu concessa alla sua memoria un'altra medaglia al valor militare con la seguente motivazione:
"Quale comandante di una sezione mitragliatrici, in una avanzata diede bell'esempio di ardimento e fermezza, mantenendosi continuamente in grado di sostenere l'azione della prima linea alla quale precedeva. In un contrattacco nemico, mentre con la parola, ritto in mezzo ai suoi, li incoraggiava alla calma necessaria per fronteggiare gli eventi, cadeva colpito a morte - Pecinka. 14 agosto 1916".
La Sua memoria rivive oggi in mezzo a noi e per gli eroismi compiuti in guerra e per il ricordo della sua vita integerrima di cittadino che anche nella vita civile seppe per sua virtù e per suo sacrificio trovare ambite soddisfazioni. La sua anima bella, oggi insieme agli altri meriti per la Patria, in un tripudio di festa, dirà che il suo sacrificio non fu invano consumato.
Il Risveglio Eugubino, a. II (1927), n. 12.