11 febbraio 1941, la morte del “cacciatore scientifico”
«Superbo figlio d’Italia, eroico, instancabile, indomito, su tutti i cieli dell’impero stroncava la tracotanza dell’azione aerea nemica in 50 combattimenti vittoriosi durante i quali abbatteva 16 avversari e partecipava alla distruzione di 32 aerei, nell’attacco contro munitissime basi nemiche. In cielo ed in terra era lo sgomento dell’avversario, il simbolo della vittoria dell’Italia eroica protesa alla conquista del suo posto nel mondo.
Cielo dell’Eritrea e dell’Amara – Cielo del Sudan anglo-egiziano,
11 giugno 1940 – 11 febbraio 1941»
Mario Visintini detiene molti record aeronautici fra cui citati in ordine di tempo, egli fu il primo degli assi della Regia Aeronautica, ed il pilota con in assoluto il maggior numero di abbattimenti in Africa orientale tra tutte le forze belligeranti, nonché l’asso di biplani da caccia con il maggior numero di abbattimenti della seconda guerra mondiale.
Fu anche il primo pilota italiano da caccia della seconda guerra mondiale ad ottenere notorietà come asso. Le sue imprese in Africa Orientale infatti vennero ampiamente pubblicizzate in Italia, dove gli venne dedicato il volume Il pilota solitario del libro Eroi e avventure della nostra guerra, pubblicato nel 1942. Per la sua meticolosità ed abilità venne soprannominato il “cacciatore scientifico”. Era il fratello dell’incursore della Xª Flottiglia MAS Licio Visintini.
Il più celebre cacciatore dell’AOI nasce in Istria, a Parenzo (oggi Poreč, in Croazia), il 26 aprile 1913. Il suo vero cognome era Visentin , ma fu italianizzato in Visintini. Completati gli studi superiori, fa domanda di ammissione all’Accademia Aeronautica ma non supera la visita medica. A qeul punto si iscrive ad un corso per piloti civili a Taliedo, vicino Milano, ottenendo il brevetto di pilota civile sul Caproni Ca.100, che gli permise di entrare a far parte della Regia Aeronautica come allievo pilota ufficiale di complemento.
Dopo il suo ritorno si addestrò a pilotare vari velivoli fra cui il Fiat C.R. 42 “Falco”, aereo che segnerà la sua breve esistenza. Il Fiat CR.42 rappresenta la massima espressione del biplano da caccia, e tuttavia nel momento in cui entrò in servizio nel maggio del 1939 era già obsoleto. Ciò malgrado, si comporterà onestamente su tutti i fronti, europei e africani, almeno nei primi anni della Seconda guerra mondiale. In effetti fu il principale velivolo da caccia della Regia Aeronautica in Africa settentrionale e orientale, in Grecia e su Malta nel 1940-1941.
Nel gennaio del 1940, Visintin venne promosso tenente per meriti di Guerra e il 5 aprile di quell’anno, viene trasferito nell’Africa Orientale Italiana (AOI) e assegnato alla 413ª Squadriglia. Prima dello scoppio della guerra, nel giugno 1940, venne di nuovo trasferito, stavolta alla 412ª Squadriglia, che era basata in Eritrea ed equipaggiata con Fiat C.R.42. Questa unità poteva vantare un buon numero di piloti provenienti dal 4º Stormo e produsse, in soltanto un anno di operazioni, ben cinque assi.
Gli scontri con i piloti della RAF cominciano subito, già il 14 giugno 1940, quattro giorni dopo l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, Visintini ottenne la sua prima vittoria, attacca un paio di Vicker Wellesley del 14 Squadron, decollati da Porto Sudan e diretti a bombardare Massaua, e abbatté quello pilotato dal tenente Plunkett. Nel duello il pilota avversario muore nello schianto del suo aereo nel Mar Rosso: fu la prima delle sedici vittime del pilota istriano in Africa orientale. Il 3 luglio Visinintin abbatte un secondo aereo, pilotato dal sottotenente Soderholm.
Memorabile l’azione del 18 ottobre 1940, quando Visintini attacca l’aeroporto nemico di Gadaref, mitragliando e incendiando, con i compagni, undici velivoli al suolo. Il 12 dicembre, con altri quattro piloti della 412ª Squadriglia, di scorta a un S.M.79, attacca l’aeroporto di Gaz Regeb, base di una squadriglia (B Flight) del 237 Squadron, sul quale furono distrutti quattro Hawker Hardy (K4053, K4308, K4055 e K4307) parcheggiati ai lati dell’aeroporto.
Durante quest’azione l’aereo del comandante della 412ª Squadriglia, capitano Antonio Raffi, viene colpito dal fuoco antiaereo della Sudan Defence Force e costretto ad un atterraggio d’emergenza dietro le linee nemiche. Visintini atterra vicino all’aereo del proprio comandante e – liberatosi del paracadute – lo fa salire nel suo abitacolo. Poi, dopo aver incendiato l’aereo incidentato per non farlo cadere in mano nemica, con il suo comandante sulle ginocchia, decolla, e fa ritorno regolarmente ad Asmara. Per questa azione, il 16 gennaio 1941 viene promosso capitano per merito di guerra.
Il nove febbraio, con un altro attacco al suolo, sull’aeroporto di Agordat, vengono distrutti cinque velivoli nemici. Il giorno della sua ultima vittoria fu anche quello della sua morte. L’11 febbraio, Visintini rivendica l’abbattimento di un Hawker Hurricane su Cheren. L’aereo abbattuto molto probabilmente faceva parte del 1 SAAF Squadron, che quel giorno aveva inviato undici aerei di pattuglia sulla stessa area.
Due degli aerei sudafricani si scontrano con i “Falco” Fiat C.R.42. L’Hurricane del Lieutenant S. de K. Viljoen viene costretto ad un atterraggio di fortuna in territorio britannico. Il giorno dopo tentò di decollare, ma l’aereo si incidentò. Anche due aerei italiani erano stati costretti dal cattivo tempo ad atterrare nella zona di Sabarguma.
Rientrato al campo per rifornirsi, Visintini ripartì alla ricerca dei due piloti italiani fra cui c’era il suo fedele gregario il sergente Baron, finché, a causa del cattivo tempo, Visintini si schianta con il proprio velicolo contro Monte Bizén, su Nefasit, trovando la morte. Da ricordare che il sopracitato sergente Baron fu secondo solo a Visontini come numero di vittorie, ottenendone ben dodici.
Il gesto gli valse la Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria con una delle motivazioni più belle che siano mai state vergate. In precedenza aveva già ottenuto la Medaglia d’argento e di bronzo al Valor Militare. I suoi più famosi avversari in Africa Orientale furono il sudafricano Ken Driver, con nove vittorie aeree, e Jack Frost, con otto, entrambi piloti di Hurricane.
Da ricordare infine prima di chiudere il post odierno che Mario Visintin era il fratello dell’incursore della Xª Flottiglia MAS, Tenente di vascello Licio Visintini, morto l’8 dicembre del 1942 durante uno dei tentativi di forzamento della munitissima base inglese di Gibilterra. Anche a lui venne conferita la medaglia d’oro al Valor Militare alle memoria. Alla morte dell’eroico palombaro durante l’operazione operazione B.G. 5 abbiamo dedicato apposito post.